Deidamia Calderon: Romero, Il "Collante" Spirituale e La Verità Scomoda.
Intervista: Novembre 10, 2025 | Milano, Italia.
Deidamia definisce Monsignor Romero come l'"essere invisibile e spirituale" che funge da "collante" per la comunità. La scelta del nome fu suggerita dal sacerdote Don Alberto Vitale, un Gesuita che conosceva profondamente la storia salvadoregna, riconoscendo in Romero la vera identità spirituale del gruppo.
Il rapporto iniziale di Deidamia con la figura del Vescovo, tuttavia, fu segnato dall'"ignoranza." Arrivata in Italia, si vergognava quando la gente le porgeva le condoglianze per l'omicidio. La sua memoria, infatti, era legata alla dittatura, dove vedeva i sacerdoti "a braccetto con i soldati." Aveva, perciò, una "cattiva immagine" di Romero, pensando fosse amico dei militari, e inizialmente non provava "nessun rimpianto" per la sua morte.
Questa percezione è stata rovesciata quando ha compreso la verità della sua lotta: Romero aveva "donato la sua vita" ed è stato minacciato. Ciò che più la commuove è la logica inossidabile del Vescovo: lui sapeva che lo avrebbero ucciso, eppure non ha mai smesso di denunciare la verità e di difendere gli ultimi. Questo coraggio è il fondamento invisibile della comunità.
Quanto al bisogno odierno di un altro Romero, la sua analisi è tagliente: l'ideale sarebbe averne uno in ogni nazione, ma il mondo viene a conoscerli solo quando "sono stati uccisi oppure sono stati messi al bando." La ragione? Spesso è la Chiesa stessa a non essere generosa. Quando un profeta è "scomodo," la probabilità che venga messo da parte è alta. Per questo, lancia un appello affinché figure valide abbiano il coraggio di "denunciare ciò che va denunciato."