Carlos Renderos: Il Pianto Pulito e l'Eredità della Migrazione.
Intervista: Novembre 10, 2025 | Milano, Italia.
Carlos, giornalista e membro della comunità Monsignor Romero di Milano da 23 anni, definisce Monsignor Romero come un "punto di riferimento per il Paese" (referente de país), trascendendo le divisioni religiose o politiche. Per chi emigra, l'immagine di Romero è letteralmente l'ultima cosa che vede lasciando El Salvador e la prima che lo accoglie al ritorno.
Nonostante non si consideri una persona strettamente religiosa, Romero provoca in lui una reazione emotiva inattesa. Quando edita foto o video dedicati al Santo, prova la sensazione di "un pianto spontaneo, pulito," che non è dovuto a dolore o tristezza, ma a un legame intimo e inspiegabile che non riesce a decifrare.
La figura di Romero è fondamentale per la comunità salvadoregna migrante. L'immagine del Santo cresce di importanza tra le nuove generazioni sia in patria che all'estero, dove strade e istituzioni portano il suo nome. Coloro che lo hanno conosciuto in vita (Carlos aveva 7 anni all'epoca dell'assassinio) portano questa conoscenza nel cuore, facendone un punto di riferimento che trascenderà le generazioni.
Carlos conferma che la sua voce è oggi ancora necessaria in El Salvador, dove la povertà è in aumento e il popolo continua a cercare attivamente l'equilibrio spirituale offerto dal suo esempio.
In merito al fenomeno delle Maras (gang), Carlos lo ricollega alla profonda discriminazione sociale post-guerra civile. I giovani, privi di istruzione e opportunità, hanno cercato una via più rapida per l'avanzamento, unendosi a gruppi criminali formatisi negli Stati Uniti e poi reimportati. Questo fenomeno, sfuggito di mano al Paese, è un sintomo della mancata offerta di un sistema di sviluppo equo per tutti, un problema che Romero aveva individuato per primo.