Roberto Morozzo della Rocca: L'Integrità Fragile del Martire
Intervista: Dicembre 5, 2025 | Roma, Italia.
Lo storico Roberto Morozzo della Rocca, studioso delle vicende salvadoregne e biografo di Romero, ha intrapreso il suo studio su richiesta di Monsignor Paglia per produrre un'analisi scientifica e non apologetica della figura del martire. Il suo lavoro si basa sull'archivio privato di Romero, all'epoca mai consultato da nessuno.
Due aspetti hanno particolarmente colpito lo storico. Il primo è l'integrità umana e sacerdotale di Romero: pur essendo un uomo timoroso, fragile e con una salute difficile (aveva tre confessori e due psicologi), una volta convinto che qualcosa fosse giusto, andava avanti senza fermarsi, pagando di persona.
Il secondo aspetto è la sua preparazione al martirio. Romero sapeva che la probabilità di essere ucciso era alta e rifletteva sulla morte sin dal primo anno del suo episcopato, segnato dal sangue di sei preti. Negli ultimi mesi, viveva in una costante oscillazione tra la paura di morire (era terrorizzato dai rumori notturni) e la serenità.
Romero visse come un "Buon Pastore," rifiutando l'invito del Vaticano a lasciare El Salvador, affermando: "Non posso lasciare il mio gregge." Il suo martirio non fu cercato, ma accettato come l'atto di "dare la propria vita" per i poveri. Egli predicava la dottrina sociale della Chiesa, chiedendo il rispetto delle leggi e della Costituzione, non l'avanguardia politica.
Secondo il Professor Morozzo della Rocca, Romero era molto "romano" nella sua formazione e ortodosso nel suo magistero. In un mondo dominato da ideologie securitarie (come quelle che si vedono oggi in El Salvador, dove il male viene scacciato col male), la sua testimonianza autentica rimane cruciale: un cristiano deve chiedersi se si può fare il bene con il male.